di Lino Benvenuti
Educare la mente
Uno dei problemi di chi, principiante o no, si avvicina alla pratica yoga: la difficoltà di portare la mente su di un unico obiettivo prefissato.
La Mente è sempre passiva
Premetto che sono alle prime armi e che la mia mente non è ancora “ educata”.
Per questo motivo quando pratico o pratichiamo un asana statico, la nostra mente, in uno stato passivo, e non sotto il nostro controllo, il più delle volte vaga per conto proprio e si dirige in punti del nostro corpo non scelti da noi.
Allora cosa devo fare ??
Corpo cadavere o corpo coscientizzato ?
A questo proposito mi ha colpito una frase pronunciata dalla mia maestra : «Shiva senza Shakti, è Shava».
Shiva cioè corpo\coscienza, Shakti potenza\mente e Shava cadavere, può essere interpretata in questo modo:
- sappiamo che la mente per manifestarsi ha bisogno di un corpo (e viceversa);
- dato che Shiva lo identifico come coscienza, vuol dire che è anche corpo, Shakti potenza\mente, quindi Prana, intelligenza vitale e Shava cadavere, corpo privo di coscienza.
Tradotta in parole semplici per la nostra pratica: “ se non metto prana grazie alla consapevolezza nel mio corpo, sto smuovendo un cadavere ”.
Nel mio caso nulla di più vero !!!
Inoltre, il corpo è la rappresentazione fisica della nostra mente, quindi i disturbi di cui esso soffre, dipendono da essa.
Le somatizzazioni e i problemi fisici difficilmente riusciremo a sistemarli, se prima non riusciamo a domarla, a controllarla.
La soluzione con i Kriya
Per mia fortuna in questa annualità, ho scoperto i kriya sia fisici che mentali.
I kriya fisici sono dei semplici ma coordinati movimenti del corpo, che inducono la mia mente ad uno stato di attenzione, concentrazione e consapevolezza, molto più elevato dei movimenti automatici che il mio corpo è abituato ( passivamente ) a fare.
Questi movimenti di precisione, aiutati dalla mente, ci permettono di raggiungere una posizione statica in un modo profondamente diverso ( molto migliore ) di come siamo abituati solitamente a fare.
Creando schemi corporei nuovi, usando muscoli diversi, o usando i soliti che conosciamo in modo più corretto.
Quindi il nostro asana diventerà comodo, preciso, perfetto, permettendoci così anche un più lungo mantenimento, avendo eliminati i soliti fastidi.
I kriya mentali svolgono un’azione sempre indirizzata al corpo, ma questa volta la nostra mente agirà attraverso dei circuiti, le nadi da noi create, per andare a percepire una zona del corpo dove vogliamo convogliare la nostra forza vitale, oppure raccogliere il prana cosmico dall’esterno per portarlo a noi.
I kriya e il Prana
Qui entra in gioco il prana e, come sappiamo, “dove va la mente va il prana” o meglio “la mente produce e conduce il prana”.
Sono quindi “costretto” a rimanere vigile, concentrato, consapevole, per riuscire a domare la mente la quale porterà questa forza vitale dove desidero, per averne i benefici.
I kriya sono un’arma in più, per migliorare gli effetti della nostra pratica yoga.
Magari adesso come me, starete smuovendo solo un cadavere o facendo un semplice esercizio fisico, ma lo farete con la consapevolezza.
Vi sono stati dati i mezzi per entrare in relazione con il corpo in maniera diversa, senza automatismi passivi creati da noi negli anni.
Se proverete a mettere in pratica questi kriya con costanza e allenamento, probabilmente riuscirete a dare al vostro corpo/coscienza, un padrone.