di Laura SACCHI
Prana, muovere la vita
Cos’è Prana e cosa sono i tre “involucri” : il corpo grossolano, il corpo pranico e il corpo causale. Come guidare prana attraverso i kriya.
Prana e i tre involucri
Lo scopo dello Hatha Yoga è attivare corpo e mente per poter realizzare il massimo del nostro potenziale, cioè di agire liberi dai condizionamenti che subiamo passivamente.
Per compiere ciò, utilizziamo dei kriya nei quali facciamo scorrere prana, è doveroso approfondire il significato di questi termini e spiegare i 3 “involucri”, cioè come è stratificato l’essere umano.
Prana
PRANA è un termine sanscrito, la cui radice PRA significa pro-muovere, portare verso, dare un verso, e ANA sta per animare, cioè muovere la Vita.
Swami Sivananda lo ha definito “la somma di tutte le energie nell’universo” ed è la forza vitale originaria di ogni creazione, di cui è impregnato ogni essere vivente e che regola la Vita.
I 3 corpi
L’essere umano è costituito da 3 “corpi”:
CORPO GROSSOLANO: che è il nostro corpo fisico.
CORPO SOTTILE o PRANICO: che è la nostra aura ed ha una forma ovoidale.
CORPO CAUSALE: che ha la forma di un asse verticale infinito.
Il corpo pranico e prana
Il corpo pranico è fatto di materia sottile, densa, che è il prana, quindi l’aura è fatta di prana, materialmente impalpabile ma, percepibile se ci si mette l’intenzione.
La sua densità può aumentare, maggiore è la propriocezione (capacità di percepirsi attentamente) del soggetto.
Questo corpo pranico varia in funzione di tanti fattori, tra cui emotivi, e in base agli elementi con cui entra in relazione.
Perché il prana è mutevole e vuole essere osservato e comandato.
E’ una potenza in movimento e deve essere guidata attraverso la mente.
Se essa è assente o passiva, il prana s’annoia, come un cucciolo o un bambino e tenderà a saltare di qua e di là senza scopo e meta.
Prana è curioso, desidera essere preso e guidato, per far ciò bisogna attivare la mente, cosa fattibile attraverso i kriya.
Attivare Prana
Si comincia con i kriya fisici perché la miglior stimolazione sensoriale possiamo ottenerla partendo da ciò che sentiamo tangibile, cioè il corpo grossolano, quindi attraverso ASANA con le quali possiamo intervenire su muscoli e respiro.
Ristabilita l’attenzione, andrò a condurre questa forza vitale per nuovi sentieri, a inventare nuove immagini e pensieri, e a focalizzarli.
Li osservo, percepisco, essi sono ancora fantasia, non è ancora yoga.
Per attivare il prana portatore di vita, dobbiamo metterci ICCHA la volontà, la quale deve essere predeterminata, una vera dichiarazione, su cosa faccio, cosa ho scelto, cosa voglio fare con il prana.
Le parole hanno potere concretizzante e realizzante.
Guidare Prana
Il prana nel nostro corpo, lo faremo scorrere attraverso NADI, che sono dei ruscelli trasportatori che creiamo mentalmente.
Anche la cute è veicolo di prana e su di essa ci sono dei punti particolarmente sensibili a captare il passaggio della forza vitale di prana.
Si chiamano punti MARMAN che si possono paragonare a delle porte o a degli sfinteri che pulsano aprendosi e chiudendosi facendo passare queste forze.
Un esempio è TALA HRIDAYA MARMAN (“i Cuori delle Estremità”)
Due punti situati nei palmi delle mani dove tocca l’anulare piegandosi..
Due sotto la pianta dei piedi tra i 2 cuscinetti anteriori.
Questi sono predisposti a entrare in relazione con il Prana del Cosmo, ad esempio quello del cielo e della terra, e fare pulsare Prana nelle membra.
NUTRIRSI di PRANA
Lo scopo è condurre e accumulare prana nelle parti del corpo in sofferenza energetica.
Accumularlo in serbatoi chiamati KANDA.
Veri uteri o contenitori energetici che possiamo creare in ogni organo; sono di forma ovoidale come l’aura, e quello principale è situato al centro del nostro addome ed è la nostra riserva di Prana per eccellenza.
Più gli organi ne saranno ricchi più saranno vivi e vitali.
Quando il prana si esaurirà dal nostro corpo, allora cesseremo di essere tali.
I Kriya sono delle pratiche preziose per rigenerare le nostre scorte di Prana.