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Kriya in Parvatasana

Gen 2, 2016 | Kriya

di Daniela Zago

Dedicarsi a noi stessi praticando lo yoga

Dedicare del tempo a noi stessi, praticando yoga. Descrizione dell’applicazione di un kriya all’apparato riproduttivo.

Applicare Kriya in Parvatasana

Se dopo avere assunto la posizione della Dea della Montagna, applicassi un Kriya che coinvolgesse il mio apparato riproduttivo con un bel Kanda luminoso nell’utero?

Tecnica del Kriya

Assumo la posizione della Dea della montagna, al meglio delle mie possibilità.

Dal centro delle mani e dal punto tra i due cuscinetti anteriori dei piedi ( Tala Hridaya ), andrò ad assorbire le Forze Praniche che sgorgano dalla Terra, linfa vitale per il nostro corpo.

  • Dopo un respiro addominale profondo, porto la mia attenzione su Tala Hridaya delle mani e dei piedi per assorbire il Prana dal suolo; dai piedi, sui lombi all’altezza della 2° lombare;
  • Dalle mani all’addome, tre dita sotto l’ombelico, due dita all’interno dell’addome.
    Effettuo questo Kriya per 10 respiri;
  • Farò ora convergere la Forza ed il Prana che si sono accumulati in questi due centri, in un unico “ serbatoio” al centro dell’addome, nel Kanda.
  • Effettuo questo Kriya per 10 respiri, consapevole del flusso che, dalla Terra attraversa le mani, i piedi, gli arti.
  • Faccio ora fluire il flusso di Forza Prana accumulato nel Kanda posto nell’addome, in altri due: uno posto nel perineo, l’altro nell’utero che ne viene interamente colmato, facendolo pulsare, riscaldandolo;
  • Nutro i due Kanda effettuando 10 respiri;
  • Porto la mia attenzione sul Kanda nell’utero e faccio fluire la Forza Prana nelle ovaie, formando due altri piccoli Kanda, pulsanti, caldi;
  • Li carico di Prana facendo 10 respiri.

Sono consapevole del piacevole calore che ha pervaso il mio ventre.
Soddisfatta nella posizione, inspiro profondamente, trattengo a pieno fino a quando si rende necessario l’espiro, esalando un sospiro liberatorio.
La testa è leggera, il corpo: vivo, presente con un addome tonico, non teso.

Meravigliosa quotidianità

Sto guidando nel traffico; in coda, un improvviso calore sta per avviluppare l’intero mio volto: vedo i miei Kanda, luminosi e pulsanti, nel mio utero, nelle ovaie; inspiro, espiro in ujjayi, li nutro di Prana.
Il mio viso non è più accaldato, non una goccia di sudore imperla la mia fronte: grazie Dea della montagna…….
A breve raggiungerò il mio luogo di lavoro.

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