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Kriya Yoga, l’azione per il raggiungimento dell’immobilità

Gen 4, 2016 | Kriya

di Erika Benini

Che cos’è il Kriya yoga?

Partendo dalla radice semantica “kr” contenuta nel vocabolo kriya ed il cui significato è “azione, movimento”, si pone la base da cui poter iniziare per fornire una chiara spiegazione di cosa sia il kriya yoga.

Azione

Quindi, innanzi tutto, “azione”.

Ma di che tipo? A quale scopo?

E come coordinare tale concetto con quello di yoga, il quale riporta alla mente in maniera istintiva l’idea di immobilità?

L’azione che si prende qui in considerazione è sia fisica che psichica con funzione purificatrice della mente.

La vera natura della Mente e la mente ordinaria

La vera natura di quest’ultima è sattvica, ossia incarnante le caratteristiche di:

velocità,
mobilità,
luminosità
onnipervadenza.

Purtroppo, però, la mente, nel suo stato ordinario, ha perso queste sue peculiarità, riducendosi a ricettacolo passivo di una miriade di percezioni sensoriali provenienti dal mondo esterno, che minano la sua potenza e la sue proprie capacità di coordinazione e comando.

Essa è divenuta lenta, pigra, caotica: incapace di comprendere (jnana) e di discernere (viveka), perdendo così la possibilità di procurare all’uomo quella beatitudine (ananda) di cui sarebbe altrimenti portatore e di cui è sempre alla ricerca.

Il kriya yoga può riportare la mente al suo stato originario: pura e folgorante.

Infatti, esso consiste in una serie di pratiche basate sul concetto di azione e movimento, atte a “ripulire” gradualmente la psiche da tutti i “pensieri spazzatura” da cui è ricoperta.

I Kriya fisici, propriocezione e armonia del corpo

Si parte dal livello più grossolano affrontando serie di sequenze dinamiche di asana intimamente legate al respiro quanto all’esecuzione.

Esse divengono sempre più lunghe e articolate con lo scopo di rendere la mente attenta e concentrata, di svilupparne la memoria e la consapevolezza.

Il corpo si riscopre armonioso e mobile, specchio di una interiorità più equilibrata.

La propriocezione accresce così come la conoscenza sottile di sé.

I Kriya mentali, purificazione della mente

Si passa, poi, alla pratica dei kriya mentali.

Studiati per domare la mente dirigendola all’interno del corpo e conducendola in percorsi psichici (mano-vahini) lungo i quali la stessa possa reimparare a scorrere veloce e presente.

I Kriya pranici, incarnare la mente nel corpo

Ma affinché i kriya mentali non restino pura fantasticheria di una psiche dispersiva, l’ultimo e più impegnativo passo è quello di incarnare la mente nel corpo.

Per far ciò si inseriscono nella sadhana, pratiche rivolte all’accrescimento ed al controllo del Prana.

Quest’ultimo, infatti, è l’elemento di raccordo fra l’aspetto fisico e l’aspetto mentale dell’uomo.

E’ detto: “manas shaktimat prana”: “ la mente produce e conduce il prana”, ossia dove va la mente va il prana, elemento vitalizzante il corpo grossolano.

A tale scopo si utilizzano simboli presi dalla natura (come il sole, la luna) e/o colori per concretizzare la potenza (il prana) nel corpo.

La completezza del Kriya Yoga

Procedendo nella pratica del kriya yoga così come illustrato, i tre corpi che compongono l’uomo, ossia:

grossolano-fisco (sthula sharira),
sottile-emotivo (linga sharira),
causale-mentale (karana sharira),

perdono quella distonia derivante dall’essere trascinati inermi dalla caotica corrente del mondo esterno.

L’individuo recupera vitalità, potenza e pienezza che gli permettono di calarsi nell’immobilità (e non nella rigidità) dello yoga, dove la mente si riscopre luminosa e sovrana.

Il silenzio e l’immobilità raggiunti attraverso il movimento e l’azione: questi il fascino e la peculiarità del Kriya yoga.

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