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Il Prana, l’essenza dell’esistenza

Mar 4, 2015 | Kriya

Kriya = mente e prana

Di Alessandra Romani

Durante questa annualità di kriyà yoga, l’aspetto studiato in particolare è stato il prana applicato nel concreto della pratica.

Nella maniera più immediata l’assunzione dell’asana ha acquistato un valore aggiunto in termini sia di qualità, che quantità.

E’ stato interiorizzato l’assioma per cui non vi è pratica di yoga se non vi si porta la mente.

La mente produce e conduce il prana Manas shaktimat Prana.

Attraverso le pratiche specifiche, il kriyà yoga porta un intenso benessere alla persona nella sua interezza ciò a favore della bontà peculiare del sistema.

Per quanto riguarda la tenuta temporale della posizione, si acquisisce un prolungamento dei tempi in virtù anche in questo caso delle modalità di approccio alla pratica.

Per veicolare questo nutrimento vitale vi sono diverse modalità :
i kriyà fisici con le sequenze di asana, quelli mentali e quelli pranici.

Ogni sistema che mettiamo in atto è strettamente correlato all’altro.

Quando effettuiamo un asana, non solo vi è una forma particolare che possiamo assumere e tenere più a lungo, ma l’aspetto esteriore è funzionale a veicolare la mente verso ciò di cui necessitano in quel momento.

Kriya per una mente lucida

Ad esempio, se abbiamo bisogno di mantenere la nostra mente lucida e fredda:

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  • Mettiamoci nella posizione della mezza Candela, nel modo in cui ci risulti più comodo possibile (asana è di per sé una posizione facile da poter essere mantenuta a lungo).
  • Con gli occhi chiusi ed il respiro in Ujjayi, inspirando facciamo veicolare dal Manipura Chakra, un flusso di corrente pranica come se fosse un balsamo nutritivo caldo e tenero, che sale passando attraverso la zona del cuore fino all’altezza del collo, nel Vishudda Chakra.
  • Trattenendo a polmoni pieni secondo la possibilità individuale, per il tempo di alcuni secondi, raffreddiamo questa “sostanza” per poi indirizzarla con l’espirazione fino al Sahasrara o fontanella, passando da Ajna Chakra, il centro fra le sopracciglia posto internamente nel cranio e poi dal Bindu, ossia il retro della testa dove ruota l’attaccatura dei capelli.

A questo punto il procedimento è finito e va ripetuto ripartendo immediatamente dall’ombelico e ciò fino alla soddisfazione di quanto ci siamo prefissi attivamente.

La mente attiva il Prana

Quindi forma, ma soprattutto contenuto al servizio della salute globale della persona.

Tutto ciò ci aiuta a conoscere meglio noi stessi con riflessi positivi proprio in modo pratico per la vita quotidiana.

In particolare l’annualità del corso EFOA ha fatto emergere quanto sia importante agire attivamente sulla nostra vita attraverso la mente.

La passività, infatti, porta lontano da quanto invece lo yoga insegna.

Attraverso questo veicolare attivamente il prana per mezzo delle nadi o ruscelli, possiamo compiere infiniti circuiti al servizio degli scopi che desideriamo ottenere proprio nella vita reale.

Da principio è stato necessario e alcune volte lo è ancora, utilizzare il supporto fisico della respirazione per rendere manifesto il flusso della corrente pranica; ma con naturalezza succede che la mente vada in maniera fulminea e a questo punto si avverte che il respiro si sgancia completamente dalla pratica.

Si è quindi rivelato un modo di effettuare la nostra seduta di yoga ad un livello significativamente più elevato con grande piacere, sia a livello fisico in quanto un riflesso del prana è proprio un piacevole senso di calore vitale, sia a livello mentale togliendo quei disagi dovuti alla passività della mente.

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