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I corpi sottili e la mente

Dic 30, 2015 | Kriya

di Daniela Pozzi

Prana, mente e Kriya

Una chiara relazione sul rapporto tra il Prana e la Mente.
Perché è fondamentale “pulire” la mente con i Kriya.

Corpo grossolano e corpo pranico

Il corpo grossolano è asimmetrico, ha una forma multipla ed è fatto soprattutto di vuoto.

Il corpo pranico è costituito da due elementi:
• quello più ampio a forma di uovo, che rappresenta tutto il nostro prana;
• e quello più limitato, l’Hiranyagarbha (Embrione d’Oro) che si trova all’interno dell’uovo e che è costituito dal prana inerente al corpo. Viene anche detto doppio.

Secondo la tradizione, l’uovo da cui nasce il mondo è stato deposto da Hamsa, un cigno o oca selvatica, la mitica cavalcatura di Brahma, che rappresenta l’evoluzione dell’anima individuale.

Il corpo pranico è quindi una sorta di micro uovo di Brahma.

L’essere umano proviene da un utero e anche dopo la nascita continua ad essere protetto da un uovo, è come il pulcino dentro l’uovo.

La sfera di prana gestisce tutto ciò che non appartiene al mondo fisico, oltre alla mente e all’emotività.

Come sento il Prana ?

Il doppio è la forma di prana che più facilmente riusciamo a percepire durante gli asana, ad esempio quando sentiamo il corpo più grande.

Esso è collocato anche dentro il corpo grossolano, ma difficilmente possiamo percepirlo in questa sede perché a livello percettivo prevalgono le sensazioni provenienti dal mondo fisico.

I Marma, le porte del Prana

Sulla superficie della sfera e sul doppio si trovano i marma, delle porte da cui il prana può entrare ed uscire.

Il termine marma significa punto vitale del corpo, infatti i marma sono sfinteri che mettono in comunicazione il nostro prana con il prana della nostra aura e con quello del cosmo.

Essi hanno anche il significato di punti di debolezza (marma significa segreto o nascosto, ciò che non può essere visto).

Anticamente la conoscenza dei marma era applicata alle arti marziali; colpire uno di questi punti poteva essere decisivo per annientare l’avversario.

Secondo l’Ayurveda i punti marma canonici sono 107, localizzati in corrispondenza delle giunture articolari, al centro di un muscolo oppure in altre zone del corpo in relazione con gli organi.

Questi ultimi rappresentano tutto il nostro corpo con i sistemi metabolici, quelli delle articolazioni sono collegati al sistema nervoso e quelli dei muscoli al sistema sanguigno.

Le nadi collegano i punti Marma

I punti marma sono collegati tra loro da dei canali detti nadi (ruscelli): le nadi sono quindi dei percorsi che la mente crea per veicolare il prana.

Il prana può scorrere nelle nadi in maniera passiva, oppure la mente può decidere quanto prana condurre in una particolare zona del corpo e dove accumularlo.

Le tre nadi principali (Ida, Pingala e Sushumna) sono collocate in corrispondenza del corpo causale, le altre nadi si diramano invece all’interno di tutto il corpo pranico.

Kanda, la riserva di Prana

I kanda sono centri di accumulo e di trasformazione del prana.
Il kanda principale si trova al centro del nostro addome, sotto l’ombelico.

E’ una sfera, il cuore di prana che coincide con il baricentro del corpo fisico.

I marma sono dei punti di debolezza

Proprio perché i marma sono delle porte in grado di connetterci con il cosmo, dobbiamo essere in grado di controllarli.

Dobbiamo fare in modo che il nostro uovo sia sempre pieno, altrimenti si possono generare delle zone povere di prana che si prestano ad essere riempite da negatività e forme pensiero provenienti dall’esterno.

Il Kriya serve a controllare il prana con l’ausilio della mente

Mentre il prana del corpo grossolano è in grado di attivarsi anche senza l’ausilio della mente, il prana dell’uovo si genera soltanto grazie alla mente e alla meditazione.
I kriya mentali rendono la mente più pulita, attiva e funzionale.

Attivando la mente posso quindi purificare e gestire il corpo pranico.

La mente, l’emotivo e l’ego

La nostra mente non deve attivarsi inseguendo emozioni e percezioni piacevoli ma grazie alla volontà.

Se riusciamo a farci piacere quello che abbiamo deciso di fare con la nostra volontà, ci sganciamo dal pathos (emotività), dal piacere che gratifica soltanto il nostro mondo emotivo.

Uno degli scopi dello yoga è quello di raggiungere lo stato di beatitudine (ananda), ma lo si può fare soltanto attraverso l’appagamento della mente.

Kama è il desiderio ed il pathos è generato dal desiderio.

In realtà il pathos non deve essere soppresso ed eliminato dalla nostra vita, ma dobbiamo essere in grado di gestirlo e di controllarlo.

L’ego rappresenta la nostra sfera di prana.

Un ego sano ed equilibrato riempie di prana la nostra sfera e ci rende disponibili verso gli altri; al contrario l’egocentrico ha una sfera rovinata, con molte zone vuote.

La mente e l’attenzione

Quando ci rivolgiamo al corpo fisico la mente sviluppa uno stato di attenzione, che dovrebbe essere naturale; in realtà molto spesso la mente è distratta oppure addormentata.

La mente può rilassarsi anche con la semplice attività fisica, ma attraverso i kriya fisici si ottiene questo risultato mantenendo l’attenzione.

L’attenzione crea delle associazioni di idee che si legano tra loro in modo logico e consequenziale, non a caso.

Anche la memoria, oltre all’attenzione, è importantissima per la mente che altrimenti non potrebbe esistere.

Essa nutre ed alimenta l’io (ma in alcuni casi può anche distruggerlo).

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