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Le fondamenta di Pranayama

Feb 15, 2018 | Pranayama

di Giovanna Tesio, allieva scuola alta formazione Yoga EFOA

Prana l’elemento che unisce mente e corpo

Emozionante iniziare la nuova annualità di Pranayama con grandi aspettative rispetto a un tema così affascinante in cui il grande protagonista è il respiro.

Respiro che permette la vita, la connessione col mondo esterno a noi e con quello interno a noi e che veicola forza vitale cioè prana.

Prana

Prana vocabolo indiano dal significato misterioso, spesso tradotto erroneamente con la parola energia, ma che indica qualcosa di non misurabile né quantificabile, qualcosa meglio definibile con forza vitale (shakti) che abbraccia ogni espressione di vita.

Dove c’è vita c’è prana, dove non c’è vita c’è lo stato di cadavere.

Prana è l’elemento cardine dello hatha yoga; il mondo delle emozioni appartiene ed è espressione di prana, e ha un’enorme potenzialità sia positiva che distruttiva.

Se ben gestito e veicolato infatti porta vitalità, benessere e forza alla persona ma, se fuori controllo, può divenire un fiume in piena che ne travolge l’equilibrio, la stabilità e la salute.

Lo yoga senza pranayama non è yoga, ma banale attività motoria; pranayama per realizzarsi deve contare sull’interazione di corpo, prana, mente e respiro.

Il corpo è il punto di partenza, l’elemento oggettivo con cui viviamo e sperimentiamo il mondo e che entra in connessione con la mente permettendole di esistere.

La mente infatti ha bisogno di stimolazione corporea per creare pensieri e per esistere e questa stimolazione avviene grazie a prana.

Ogni pensiero nasce infatti da una stimolazione emotiva sul corpo, una tensione emotiva, positiva o negativa, che stuzzica la mente e la indirizza.

Stabilito questo legame, risulta evidente l’importanza della sintonia tra i vari elementi e della corretta assegnazione dei ruoli.

Prana è prorompente, esuberante, è la forza della vita in ogni sua manifestazione e ne caratterizza il mistero.

Tale forza deve essere guidata e gestita dalla mente, che deve starne al di sopra con un ruolo di controllo e di comando, perché prana, senza una guida, diventa distruttivo e pericoloso.

Le Fondamenta di Pranayama

La funzione dello yoga è modificare qualcosa di noi, ampliare la nostra potenzialità vitale così da favorire il godimento del nostro vissuto.

Godersi la vita e ritrovare il paradiso su questa terra, passa inevitabilmente dall’esigenza di risintonizzare l’esistenza ai ritmi e alle leggi della natura.

Il primo passo per riconnetterci alla vita è proprio ripristinare il corretto funzionamento respiratorio, riappropriarsi del respiro e della sua gestualità naturale.

Le fondamenta di pranayama è riscoprire la mobilità respiratoria per poter utilizzare il respiro come veicolante di prana, quindi di vita e salute per mente e corpo.

Nello yoga ci sono esercizi, finalizzati a riattivare le funzioni respiratorie, in cui si gioca con il respiro che, essendo trasgressivo, si lascia manipolare.

Prima però di introdurre varianti al respiro dobbiamo ripristinare il nostro respiro naturale, fisiologico, quello che ci accompagna per tutto l’arco della vita, 24 ore al giorno ininterrottamente.

Quando questo respiro naturale si altera e diventa scorretto, disturbato, si possono avere, nel tempo, ripercussioni anche gravi a livello posturale, di salute degli organi, della mente e della qualità di vita in generale.

La respirazione si deve adeguare a tutte le esigenze del nostro microcosmo, si deve adattare alle nostre funzioni fisiologiche ed emotive e ha il grande compito di eliminare l’eccesso di emotivo; pensiamo ad esempio al potente scarico emotivo del sospiro!

La funzione respiratoria è delicata ed è facilmente maltrattata con conseguente perdita di mobilità respiratoria causa alterazioni, irrigidimenti e affaticamenti che consumano la nostra vitalità.

Pranayama ci guida nel percorso di consapevolezza per entrare nella natura e delicatezza del respiro, per riportarlo ad una funzione corretta in base a ciò che stiamo facendo poiché la respirazione avviene nello spazio corporeo e dalla sua forma ne viene influenzata.

Una delle qualità dell’evento respiratorio è il ritmo che regola e cadenza la vita; con pranayama si porta il respiro dentro ad una forma (asana) e gli si da un ritmo, una cadenza che diventerà scambio tra mondo esterno e mondo interno, tra macrocosmo e microcosmo

La nostra felicità ed il nostro benessere passano dalla qualità di tale evento.

Parliamo di respiro fisiologico

Il respiro fisiologico, per quanto mi riguarda, è stato una sorprendente riscoperta.

Prima di seguire i corsi di yoga posturale di Françoise, se mi avessero chiesto cosa fosse il suddetto respiro probabilmente avrei risposto: “L’atto di respirare”, senza avere la minima cognizione della sua dinamica.

Senza dilungarmi sul complesso funzionamento del nostro apparato respiratorio, argomento affascinante da studiare e sicuramente da approfondire, vorrei esprimere cosa ha rappresentato per me la consapevolezza del respiro naturale.

Innanzitutto, realizzando l’iter del respiro, ho percepito la mobilità della mia colonna vertebrale e la sua naturale conformazione.

Ora mi sembra banale, ma quando sono diventata consapevole che inspirando il mio respiro, salendo dal basso verso l’alto, modellava la mia colonna portandola in delordosi lombare e cervicale e che espirando, scendendo verso il basso, riportava la mia colonna nella sua naturale incurvatura, dentro di me si è modificato qualcosa.

In primis ho risentito la forza espiratoria verso la terra con conseguente miglioramento dell’appoggio a terra e dello scarico tensionale, poi il sollievo di rilasciare il mio povero collo maltrattato da una vita e ormai complessato della sua naturale, salutare lordosi!!!

Riscoprire il movimento fisiologico del respiro ha significato per me sentire affiorare dentro un nuovo flusso vitale, migliorare la propiocezione e la qualità respiratoria.

 

 

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