Categorie articoli:

Dal Prana al Pranayama

Apr 17, 2018 | Pranayama

di Silvana Manna

DAL PRANA AL PRANAYAMA

Anche quest’anno alla prima lezione dell’annualità (la sesta per me..) l’insegnante ha avviato il percorso ponendoci alcune domande: “Cos’è per voi lo Yoga? “ “Perché si pratica?” “ Cos’è l’Hatha yoga?” e soprattutto : “ Cos’è il Prana?” “Quale rapporto c’è tra Mente, Corpo, Prana e Respiro?”

Un viaggio affascinante

Devo confessare che ho provato un attimo di fastidio… Di nuovo ? mi sono chiesta ..

E’ vero che c’erano alcune persone nuove e che c’era bisogno di rientrare un po’ in argomento ma mi sembrava di dover sentir ripetere cose già ampiamente trattate e dibattute nel corso delle annualità precedenti.

In realtà mi sono ricreduta quasi subito. Lo Yoga (e naturalmente la nostra insegnante..) ancora una volta non mi ha deluso.

Ascoltando le risposte e prestando attenzione alle riflessioni che stavano emergendo, mi sono ancora una volta resa conto di come in questa disciplina ci sia sempre un nuovo punto di vista da cui analizzare i problemi, ci siano nuove questioni da approfondire e nuove conoscenze da affrontare.

E’ un viaggio affascinante quello che ho intrapreso e ogni volta che mi siedo sul tappetino o affronto una nuova lezione sono curiosa di scoprire dove arriverò, cosa imparerò di nuovo, quali nuovi mondi si apriranno davanti a me e sono assolutamente certa che ogni volta ne uscirò arricchita e che ogni nuova scoperta mi lascerà la voglia di scoprire ancora qualcosa…

Dunque quest’anno la nostra conoscenza dello Yoga e più specificamente dell’Hatha yoga si aprirà al Pranayama .

Mi trovo quindi nuovamente ad esplorare il significato del termine Prana per cercare di afferrarne il senso e per coglierne aspetti e caratteristiche che non ho ancora approfondito.

Non mi sembra che Prana possa essere spiegato con un’unica definizione.

Può essere considerato il soffio vitale, il principio creatore che va ben oltre il semplice atto respiratorio e che spesso può essere osservato solo in forme limitate. Ma può anche diventare lo strumento per mezzo del quale il soffio vitale si esprime e si manifesta .

Ma dove sta il Prana, dove nasce e come circola nel corpo ?

Mi sembra di aver capito che il Prana nasce esclusivamente dalla relazione tra Mente e Corpo e non può esistere al di fuori di questa relazione (così come calamita e ferro si attraggono solo se sono sufficientemente vicini altrimenti non si manifesta nessuna forza attrattiva).
Mente e Corpo entrano in relazione attraverso il Respiro e solo così può manifestarsi il Prana.

Nel momento in cui diventiamo consapevoli di questa relazione appare Prana e riusciamo a cogliere alcuni degli aspetti attraverso cui si manifesta (calore, attrazione, soffio, colore, luminescenza….)

L’esempio del pollice che diventa vivo e caldo se vi prestiamo attenzione e lo osserviamo può darci un’idea di come il Prana possa manifestarsi.

Se non c’è consapevolezza non avviene nulla, semplicemente il Prana non appare.

Manas shaktimat Prana

Prana è vita e per esistere ha bisogno di un Corpo, ma ha anche bisogno della Mente che lo guidi e lo governi.

Prana influenza la Mente con la sua Potenza e la Mente guida il Prana con l’Intelligenza. E’ la Mente che gestisce Prana e non viceversa.

Il simbolo di questa relazione, il grande elefante guidato dal piccolo bambino, mi sembra veramente molto calzante.

Come si inserisce lo yoga in tutto ciò?
Yoga è spesso tradotto con il termine unire, tenere insieme come il giogo tiene insieme i buoi .

In realtà i buoi non sono solo tenuti insieme ma sono condotti, guidati. Aggiogare significa anche governare, dirigere .

Quindi, attraverso lo Yoga, la Mente impara a condurre il Prana, guidandolo attraverso innumerevoli percorsi e utilizzando svariate tecniche che lo tengono a freno e ne controllano la potenza con mano ferma e sicura come fa il padrone che guida i buoi.

E il Respiro? Quale ruolo ha ?

Prana si mostra, si fa vedere attraverso il Respiro e il ritmo.

Con il Pranayama si impara a conoscere il respiro e a controllarlo e a veicolare il Prana attraverso di esso.

Quindi praticando Hatha Yoga, si diventa abili a gestire il Prana attraverso il respiro.

Hatha Yoga (yoga degli eroi, dei Vira) si realizza quando Mente, Prana, Corpo e Respiro si manifestano simultaneamente e Prana è l’elemento centrale della triade.

PRATICA

Diventare consapevoli del movimento espiratorio con l’attivazione muscolare.

Cominciamo l’esplorazione del respiro partendo dalla fase espiratoria.

L’espiro è il mondo interno che si contrappone, vincente, al mondo esterno.

Tutti i nostri atti che richiedono attenzione o che comunque risultano per noi importanti vengono effettuati espirando.

Il neonato inizia la vita espirando e l’ultimo respiro è sempre un’espirazione.

Le arti marziali insegnano a espirare.

L’abbandono, il distacco, il lasciarsi andare sono simbolicamente connessi con l’espiro.

L’espiro si realizza spontaneamente abbandonando ogni tensione .

La persona in stato di quiete o assorbita in qualche attività che richiede concentrazione ha una esalazione molto più ampia dell’inspirazione.

Per addormentarci è utile portare l’attenzione all’espiro che ci porta dentro e ci fa buttare fuori tensioni e pensieri negativi. Spesso questi pensieri vengono dal passato, da fuori e se non riusciamo a indirizzarli vanno ad incarnarsi nei punti in cui non c’è prana provocando contratture e tensioni.

Con l’esalazione , quindi, non si butta fuori solo l’aria viziata contenuta nei polmoni, si buttano fuori anche i pensieri che non abbiamo deciso di pensare noi ma che ci vengono da altri, dall’esterno.

Eliminando i pensieri negativi si decontraggono anche i muscoli e si eliminano le tensioni.

Per iniziare qualunque pratica è quindi importante imparare a espirare correttamente.

Mi è sembrata molto interessante l’associazione dell’ espiro con il Dare e dell’inspiro con il Ricevere.

Lo Yoga ci insegna a “ricevere” l’aria come un dono prezioso non a “prenderla” cercando di farne entrare il più possibile, in modo spesso violento e affannoso.

Ma per imparare a ricevere bisogna prima di tutto imparare a dare, a lasciar andare . Questo ci piace meno perché presuppone il dare qualcosa di noi, il nostro respiro..la vita…

Perciò facciamo resistenza a espirare (è come se fosse sempre l’ultimo respiro…facciamo fatica a darlo, a lasciarlo andare..)

Ma se non espiro, se non svuoto, non posso fare spazio per l’inspiro. Non è possibile riempire un recipiente se prima non lo abbiamo svuotato. La spugna prima si strizza e poi può assorbire.

Ogni espirazione è un atto di fiducia: solo fidandoci che lo riotterremo purificato e rigenerato, possiamo lasciar andar il respiro. Praticando espirazioni armoniose e consapevoli svilupperemo forza e fiducia riappropriandoci dell’energia dell’inspirazione e impareremo a indirizzare correttamente azioni e pensieri.

Spesso i muscoli che permettono l’inspirazione sono rigidi e bloccati e rendono difficoltoso sia lo svuotamento dei polmoni che il successivo riempimento.

E’ quindi importante focalizzarsi sull’espirazione per diventare consapevoli della muscolatura che utilizziamo ad ogni movimento respiratorio e per imparare a rilasciarla.

La sequenza che ho deciso di analizzare è quindi finalizzata a prendere coscienza della muscolatura che entra in gioco e a riconoscere e usare le fasce muscolari da attivare per una efficace e consapevole espirazione.

Purna Rechacka : l’espirazione profonda


Credo di aver finalmente compreso il senso di questo esercizio che finora ho sempre trovato un po’ faticoso. Mi sono resa conto infatti che tendevo a sforzare eccessivamente la muscolatura di collo e spalle e dopo due o tre movimenti mi sentivo un po’ contratta e affaticata.

Prestando attenzione allo svuotamento dei polmoni e utilizzando la contrazione dell’addome e la chiusura di collo e spalle e tronco, il successivo movimento inspiratorio risulta facile e spontaneo. Ripetendo l’esercizio più volte non ho avvertito fatica ma ho cominciato a percepire con più chiarezza la muscolatura che stavo utilizzando.

Tala Kriya con le gambe

Anche questo esercizio che già conoscevo e praticavo mi ha insegnato qualcosa di nuovo.

Finora mi ero sempre concentrata sulla rotazione del piede all’interno o all’esterno.

Prestando attenzione e appoggiando le mani sulle creste del bacino, mi sembra di essere riuscita a cogliere il collegamento tra il movimento del piede e la mobilizzazione del bacino e della colonna lombare.

Mi è stato di aiuto concentrarmi sull’alluce che punta all’interno nell’espirazione e sul mignolo che si allarga verso l’esterno nell’inspirazione. E’ incredibile come prestando attenzione a questi dettagli la qualità del movimento cambi completamente e l’esperienza sia più ricca e completa.

Movimento dell’onda

Il fulcro dell’esercizio è l’attivazione dell’espirazione partendo dal basso, stringendo il tronco e il perineo e le costole basse. Il torace si abbassa con facilità e con la successiva inspirazione tutto si rilascia .

Il gatto in flessione laterale

Continuando l’esplorazione della muscolatura respiratoria ho trovato molto interessante la flessione laterale del tronco come se volessimo avvicinare il capo al bacino.

E’ importante percepire il punto vita che si restringe, i muscoli espiratori intercostali che si allungano da un lato e si rilasciano dall’altro e gli effetti del movimento sulla colonna lombare e sul bacino.

Tala Kriya con le braccia

Mentre nel movimento con i piedi è possibile percepire la mobilità di bacino e colonna lombare, ruotando le braccia all’interno e all’esterno, è possibile cogliere la mobilizzazione della parte alta del tronco, del collo e del capo. E’ interessante prestare attenzione al movimento delle costole che si stringono e si abbassano.

Unendo il movimento di gambe e braccia l’esercizio risulta ancora più completo.

Al termine tutto si rilascia e la colonna sembra riallinearsi naturalmente con capo e collo.

Seduti con le mani sulle clavicole

Il lavoro sulla parte alta del torace è molto utile per sciogliere le tensioni a livello di collo e spalle e per ampliare ulteriormente il movimento respiratorio.

Quando le mani tirano giù la clavicola e lo sterno durante l’espirazione, ho trovato utile immaginare che la parte posteriore del capo sia tirata giu’ dal basso ventre per non arrotondare la schiena all’indietro e non portare il bacino in retroversione.

Pavanamuktasana

Al termine di tutto il lavoro precedente, l’esecuzione di pavanamuktasana risulta molto piacevole.

Quando si espira, tutto si stringe, addome, perineo, basso ventre…Le costole basse fanno abbassare la gabbia toracica e collo e testa si muovono agevolmente. Il bacino è appoggiato verso il sacro.

Quando inspiriamo tutto si rilascia, la schiena sembra allargarsi a terra e le gambe scendono verso l’addome. E’ come un benefico massaggio per tutta la colonna ….

Purna Rechaka

Ripetere l’esercizio iniziale mi è servito molto per rendermi conto di come, al termine della sequenza, si sia ampliata la percezione e la conoscenza dei muscoli respiratori e di come l’esecuzione sia ora molto più agevole e non subentri più la fatica .

Ti potrebbe interessare: