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Conoscere Prana e gestirlo: gestire la nostra Vita

Mag 24, 2018 | Pranayama

di Fiammetta Ghietti

PRÂNA

Nel primo incontro abbiamo iniziato a parlare del prâna, concetto filosofico con cui si intende ciò che ci mantiene in vita, dunque una potenza (shakti).

Secondo l’Hatha Yoga infatti senza questa componente essenziale il corpo sarebbe cadavere e non avremmo alcun pensiero, la mente.

Gestire Prana

Un “prâni” è l’essere vivente, ciò che noi indichiamo con il termine “anima”.

Se però questo prâna è mal gestito, può causare turbamento nell’uomo, a livello sia fisico che psichico.

Possiamo quindi riferire al prâna anche tutte le emozioni, passioni e pulsioni che alterano l’equilibrio dell’uomo e immaginarlo come un elefante agitato che sfugge al controllo del suo comandante, la mente, simboleggiata invece da un gracile bambino.

Pranayama

La mente quindi è a capo di tutto; ha un potere illimitato, ma è allo stesso tempo facilmente distratta. Non è semplice per lei gestire il prâna che la può travolgere come un uragano. Abbiamo però dei rimedi: la volontà e la costanza.

Tutto questo si può ottenere con lo yoga.

Le emozioni, che producono in noi certi pensieri in ogni momento, destabilizzano la nostra tranquillità, siano esse positive o negative.

Per dirigere prâna a nostro vantaggio possiamo utilizzare un mezzo potente da connettere con la mente: il respiro.

La respirazione

Il respiro (dal latino: “cosa di fuoco”) è una fonte inesauribile di vita.

Svolge un ruolo di fondamentale importanza e lo fa silenziosamente, senza arrecare alcun disturbo. Qui sta tutta la sua grandezza.

Lavora a livello fisiologico ma anche emozionale; emozioni e respiro sono infatti interconnessi.

Durante la nostra quotidianità però, il respiro deve starci dietro, seguire ogni nostro cambiamento di attività, pensiero ed emozione ed è costretto a muoversi in spazi e tempi ristretti.

Dobbiamo permettergli di ritrovare la sua fluidità originaria naturale, tipica del bambino appena nato, entrarci quindi in sintonia e cominciare a riconoscerne il potere enorme.

Questo potere riguarda la percezione del prâna, quindi un grande miglioramento della qualità di vita.

In fondo è questo che vogliamo ottenere con lo yoga, o meglio si tratterrebbe proprio di ricominciare a vivere attraverso la consapevolezza.

Lo stile di vita occidentale concentrato su tutto ciò che è esteriore più che interiore, è risaputo; conduce a ritmi stressanti, ad affaticamento mentale e fisico e quindi a malessere. Cominciare dalle piccole cose, dalla consapevolezza del respiro durante una passeggiata o mentre si mangia un mandarino, può essere un primo passo.

Ci stiamo cosi avvicinando sempre di più a definire come si realizza l’Hatha-Yoga. Essendo questa forma di yoga, lo Yoga degli eroi, i Vira, gli elementi della mente, prâna, respiro e corpo devono agire simultaneamente per una connessione interna profonda che dona pace e riattiva la vita.

Sentire il respiro

Consideriamo qui la respirazione addominale adinamica, il libero fluire del respiro nell’addome in uno stato di riposo.

Per questo tipo di interiorizzazione è indicata, per esempio, la posizione di Shavasana.

Concentrandosi prima sull’inspirazione poi sulla conseguente espirazione, alle quali corrispondono rispettivamente il gonfiarsi e lo sgonfiarsi dell’addome, sentiamo il movimento del respiro al nostro interno e ciò, già da subito, creerà in noi uno stato di calma e distensione.

Entrando progressivamente nel ritmo del nostro respiro possiamo notare come esso si sia espanso in tutto il corpo, coinvolgendone ogni cellula e portando calore.

Percependo l’aria che entra dal naso e poi che esce, immaginiamo fino a dove possa arrivare, sentendoci parte di un tutto più grande che ci abbraccia e respira ritmicamente. In questo modo acquisiamo prâna cosmico e iniziamo a conoscere il respiro in una delle sue innumerevoli forme.

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