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Schemi Corporei

Apr 28, 2016 | Hatha Vidya

di Giovanna Tesio

Hatha Vidya nel quotidiano

Portare Hatha Vidya nella pratica yoga, significa arricchirla e potenziarla, portarla nel quotidiano significa vivere nella consapevolezza dell’ hic et nunc.

Schemi corporei

Il corpo umano dalla sua nascita fino alla morte, si muove secondo degli schemi corporei regolati dalla mente.

Il bambino, i cui schemi sono ancora naturali e non inquinati, si muove correttamente perché guidato da un’intelligenza innata, spontanea, che poi però con la crescita e i vari condizionamenti si assopisce e diventa sempre più latente.

Lo schema naturale sarebbe il più ovvio e il più salutare per il nostro corpo, ma purtroppo l’uomo moderno si allontana sempre più dalla natura e la sua mente, dissociata dal corpo, non è più partecipe dei movimenti quotidiani e non percepisce il corpo.

Tutto ciò porta a un impoverimento degli schemi corporei con la causa inevitabile di invecchiamento dell’organismo.

Negli schemi naturali infatti sono attivati i muscoli posturali che permettono un movimento corretto proteggendo le articolazioni dall’usura e dalle infiammazioni, favorendo una corretta postura, evitando tante problematiche di salute che troppo spesso affliggono l’uomo moderno.

Lo yoga ci offre la possibilità di riappropriarci della nostra mente, di reintegrarla al corpo e di intervenire sugli schemi mentali che condizionano il movimento del corpo.

Essendo il corpo lo strumento immediato del pensiero, l’asana non è altro che espressione esterna di un pensiero e dunque all’interno di essa è possibile fare un lavoro di reset e recupero del corpo.

Hatha vidya, introdotta nella pratica yoga, va in particolar modo in questa direzione perché, oltre a rompere gli schemi, consente di cogliere aspetti profondi, a rendere la pratica sempre più spontanea e ad acquisire potenza.

Esecuzione di Indola Kriya portando nell’asana, con hatha vidya, l’attenzione ai dettagli

PREPARAZIONE

  • Mi porto prona con le braccia allungate a terra a fianco alla testa coi palmi delle mani a terra, fronte a terra,
  • sento il corpo che appoggia a terra,
  • vado a percepire i punti di contatto, percepisco l’addome che preme sul tappetino e porto l’attenzione al movimento respiratorio e alla zona lombare coinvolta dal respiro,
  • Per predisporre bene l’apparato muscolare contraggo 2 o 3 volte l’intera muscolatura del corpo e poi rilascio, eseguo poi qualche respirazione profonda.
  • Visualizzo mentalmente la Posizione di Indola per divenire consapevole delle fasce muscolari che andrò ad attivare.

FASE DINAMICA

  • Inspirando attivo il perineo, i muscoli addominali in modo che l’addome sia sostenuto,
  • sollevo braccia, testa e gambe dal pavimento senza staccarle troppo da terra così da non forzare la posizione, sento mani e piedi attivi nel movimento di stiramento.

Espirando rilascio riportando a terra braccia, testa e gambe.

Ripeto alcune volte il movimento.

FASE STATICA

  • Mantengo la posizione e osservo che l’attivazione di mani, piedi e perineo mi da sostegno.
    Verifico che il respiro non sia bloccato e fluisca liberamente.
  • Vado a percepire se ci sono punti di tensione e di contrazione inutili, porto lì il respiro e cerco di rilasciarli.
  • Eseguo delle sovracontrazioni delle mani e dei glutei che mi aiutano a mantenere l’asana.
  • Mantengo la nuca distesa, non inarcata e attivo i muscoli del collo senza irrigidire la mandibola.

Ora mi abbandono a vidya e mi osservo nell’ascolto.

Una volta sciolta la posizione, mi rendo conto di aver aumentato la durata di mantenimento e di aver sviluppato nel corpo una sensazione di piacere e nello stesso tempo di forza.

conclusione

Portare Hatha Vidya nella pratica yoga, significa arricchirla e potenziarla.

Portarla nel quotidiano significa vivere nella consapevolezza dell’ hic et nunc, allargare gli orizzonti mentali e trasformare il corpo in una scacchiera su cui poter ampliare il gioco con innumerevoli mosse.

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