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Hatha Vidya, le basi per la pratica

Set 13, 2016 | Hatha Vidya

di Laura Bonomi

Cosa significa yoga ?

In passato, vedendo sui libri e sulle riviste, le fotografie di tante posizioni sono rimasta affascinata da come il nostro corpo può essere stirato, contorto, rigirato in mille modi e naturalmente, sono stata catturata dall’illusione che lo Yoga (che Yoga non era!) potesse alleviare i miei acciacchi fisici.

Curiosa ho deciso di provare

All’inizio era divertente trovarmi in “posizioni strane”, in un certo senso anche il mio ego sembrava essere soddisfatto.

Ma poi, visti i primi doloretti, mi sono accorta che qualcosa era andato storto; il mio corpo protestava e la mia mente non era di certo tranquilla e serena !

E’ stata una sensazione entusiasmante capire che non era assolutamente necessario fare “acrobazie” per fare Yoga e capire il vero significato di questa parola.

Ho imparato che Yoga non è essere schiavi di tutti quei modelli di perfezione che ci propongono, essere passivi non ci farà mai sentire adeguati, la perfezione non esiste in natura e, Yoga vuol dire essere liberi di esprimere la nostra fisicità così com’è.

Yoga è riconoscere quali sono le nostre potenzialità per poterle esprimere al meglio e per sentirsi finalmente “pieni di noi stessi”.

Il percorso è lungo e non è facile, ma si dice che ogni piccolo passo è già una meta e allora, chi decide di intraprendere la strada della conoscenza di se, inizia senza fretta, sbaglia e riflette sugli errori, non si scoraggia e va avanti sempre.

Se Yoga significa legare, cosa andiamo a legare ?

Parlando di Hatha Yoga, le sillabe che compongono la parola Hatha, ci riportano al Sole e alla Luna. Due elementi che non appartengono al nostro mondo terreno, ma al cosmo, pur influenzando lo svolgersi della vita sulla Terra.

Gli acronimi Sole e Luna non sono elementi grossolani e normalmente non sono uniti, ma entrambi interagiscono con diverse forme di luce sulla Terra; questo indica che occorre creare un’armonia, che sia in grado di generare e sostenere la vita sulla terra.

La Terra per lo Yoga è il nostro corpo e quindi, riportandoci nella realtà del nostro microcosmo, si potrebbe affermare che il Prana (Sole) e la mente (Luna), relazionandosi in modo corretto, portano la vita nel corpo e permettono la manifestazione e la concretizzazione delle nostre idee e dei nostri ideali.

La Mente e il Prana

La Mente

La mente è intesa generalmente come quell’entità che ci permette di formulare razionalmente pensieri, di fare associazioni di idee, di elaborare progetti ma, la mente ha anche un altro importantissimo ruolo che è quello di monitorare l’attività metabolica nel corpo.

Ogni processo organico, atteggiamento posturale, viene costantemente misurato da milioni di sensori sparsi in tutto il corpo ed ogni “destabilizzazione mentale“ influenza inesorabilmente i meccanismi fisici e organici.

Si può affermare che lo stato mentale, se non si trova in condizioni di equilibrio, può condizionare più o meno pesantemente il corretto funzionamento del nostro corpo e quindi il corretto evolversi della vita nel corpo.

Il Prana

Si intende come Prana tutto ciò che “anima la vita”, che porta alla vita, quindi tutto ciò che non è manifestato, non misurabile, non tangibile.

Prana racchiude in se tutto l’aspetto emotivo e psichico che promuove la nostra vita e può anche portare alla morte

Prana si esprime dentro di noi, in tanti modi diversi, quindi a seconda del tipo di prana con cui interagiamo possiamo avere :
forme di prana che interagiscono sul metabolismo ;
forme di prana che interagiscono sull’aspetto psichico ;
forme di prana che interagiscono sull’aspetto emotivo;

Uno degli obiettivi dello Yoga è quello di far si che la Mente torni (come era quando eravamo bambini) ad essere attiva e creatrice di pensieri propri, realizzabili nel nostro quotidiano.

Per arrivare a questo, la Mente deve necessariamente prendere il sopravvento su Prana, per evitare che questo ci destabilizzi portandoci ad esempio a compiere atti sull’onda dell’entusiasmo o dell’istintività, senza valutarne le conseguenze; purtroppo oggigiorno la maggior parte dei nostri pensieri sono formulati da condizionamenti emotivi.

Anche a livello metabolico, la mente, deve in realtà, poter usare prana per interagire col corpo e quindi deve utilizzare quella potenza che permette l’attivazione della vita dentro di noi (produrre calcio, ferro, produrre globuli rossi).

Mentre quando il predominio di Prana è sulla Mente, destabilizza la persona sia psichicamente (eccessiva euforia, depressioni, rabbie…) che fisicamente (somatizzazioni organiche o dolori muscolari e articolari).

Concetto di Hatha

Hatha Yoga ci porta a ricreare il verso giusto, il legame corretto, l’equilibrio e l’armonia fra Mente e Prana per poter interagire col Corpo.

Hatha Vidya

Con il percorso di Hatha Vidya abbiamo la possibilità di conoscere il corpo, riconoscendo anche il Prana che andiamo a sviluppare dentro e fuori di noi, così da poter permettere alla Mente di assumere il ruolo di comando che le compete, al fine di riappropriarsi della propria “creatura” (il Corpo) e godere della sua manifestazione.

Per poter realizzare tutto questo la mente deve ricostruire l’immagine del Corpo per ritrovare una completezza, una percezione di insieme i cui frammenti non sono più singolarmente identificabili e dove le spigolosità risultino smussate, dove i vuoti siano colmati, a tal punto da acquisire una sensazione di totalità e di pienezza che si espanda ben oltre i confini fisici.

Concetto di Asana

Per agevolare e migliorare sempre più la percezione dell’insieme del nostro corpo, lo Hatha Yoga ci mette a disposizione numerosissimi Asana o posizioni, per lo più inusuali in rapporto ai gesti quotidiani, in cui possiamo atteggiarci in particolari forme al fine di agire sulla mente.

Con gli Asana creiamo un atteggiamento posturale e, partendo dal presupposto che la postura riflette il nostro stato interiore, possiamo con il corpo andare a programmare un gesto che ci permetta di andare a provocare una reazione a livello psichico.

Il nostro carattere, il nostro comportamento, il nostro modo di gesticolare, anche se in parte ereditato, è comunque espresso attraverso il nostro corpo e, manifesta la capacità di adattarci alle varie situazioni che si presentano nella nostra vita, esprimendo anche la nostra vitalità, la nostra potenza interiore.

Si può quindi affermare che l’atteggiamento posturale non è altro che il Prana del nostro atteggiamento corporeo.

L’Asana serve a sviluppare un atteggiamento posturale, agevolando e facilitando l’armonizzazione fra Mente e Prana; per questa ragione non dobbiamo dimenticare che il corpo va sempre rispettato e mai maltrattato.

Molto spesso per soddisfare un bisogno di un “io poco pieno e debole” andiamo a far soffrire il corpo, superando i suoi limiti di allungamento, le sue forze, creando effetti controproducenti a livello psico-fisico.

La consapevolezza

Alcuni atteggiamenti del corpo sono guidati da schemi acquisiti nel tempo, che corrispondono ad automatismi messi in atto dal nostro sistema organico (che fa parte della parte vegetativa della mente es. stare in posizione eretta, camminare, masticare, alzare le braccia…).

Compiere un comune gesto non ci porta necessariamente a pensare a quale muscolo o organo mettere in moto; saranno i numerosi recettori nervosi sparsi in tutto il corpo che si metteranno in azione per gestire il movimento che andiamo a realizzare.

Non è detto però che questi schemi siano corretti, e che portino beneficio al corpo, proprio per questo motivo lo Yoga, tramite gli Asana, ci permette di disporre di un altro importante strumento : la consapevolezza.

L’utilizzo della consapevolezza durante gli Asana è di supporto alla mente (e alla sua parte vegetativa) che, trovandosi ad affrontare posizioni non abituali, senza alcuno schema a cui attingere, viene obbligata a prestare maggiore attenzione a quello che sta avvenendo nel corpo.

La consapevolezza deriva dalla percezione dei meccanismi fisici che si vanno ad attivare già dalla posizione di partenza, al fine di costruire un movimento corretto, guidato da un’intenzione, che arrivi ad una posizione definitiva, in cui poter mantenere una condizione di immobilità vera e naturale.

La consapevolezza permette, inoltre, insieme all’intenzione e alla potenza, di costruire nuovi schemi arricchendo così il nostro bagaglio di conoscenze.

La fase di memorizzazione e di percezione dei cambiamenti acquisiti, insieme alla costanza nella pratica porteranno poi a nuovi automatismi di movimento più equilibrati e corretti.

L’immobilità

Il concetto di immobilità è molto conosciuto nello Yoga, ma spesso travisato.

Se riflettiamo sul fatto che l’immobilità non è altro che la sospensione del movimento che l’ha generata, risulta immediato capire che sarà fondamentale arrivare all’immobilità in modo del tutto naturale senza irrigidimenti o forzature fisiche:

  • dolori di vario genere,
  • stanchezza, fastidi,
  • oppure respiratorie che provocano affanno, respiro interrotto, corto e ansimante
  • addirittura disagi psichici come il nervosismo o l’agitazione).

I primi passi in Hatha Vidya

Arrivare a percepire il corpo nella sua completezza non è cosa da poco, pertanto risulta necessario procedere a piccoli passi e prima di tutto occorrerà ricostruire una percezione “grossolana del corpo” in cui la mente ha ancora un ruolo passivo e viene dirottata verso alcune parti del corpo, opportunamente stimolate dagli Asana.

Il ruolo, inizialmente passivo della mente, non va inteso in modo negativo, anzi invece di lasciare che la nostra mente venga trascinata da pensieri “parassiti” o da un emotivo troppo agitato, andremo ad incuriosirla, portando la sua attenzione verso un corretto schema di movimento.

Per sapere distinguere un Asana eseguito nel modo corretto occorre in primis :

  • riconoscere eventuali segnali quali scomodità, fatica, affanno
  • attivare semplici meccanismi per rendere le posizioni o i movimenti qualitativamente superiori;
  • essere in grado di apprezzare i progressi raggiunti (Es. maggiore equilibrio e stabilità)
  • attivare, al termine dell’esercizio, una prima percezione di prana su una sola parte del corpo ( percezione di omogeneità o calore o densità);
  • percezione di alcune parti del corpo tramite opportuna stimolazione ;
  • arrivare al collegamento di alcune parti del corpo creando un’immagine percettiva e completa, che possa far apparire, soprattutto al termine dell’esercizio, la percezione del prana nelle sue forme di omogeneità e calore diffuso.

L’allievo principiante va “accompagnato” e guidato affinché possa riconoscere quanto può essere piacevole lavorare nel rispetto del proprio corpo, riportando alla memoria quel gusto che provava da bambino nei semplici gesti dello stiramento, dell’allungamento tanto importanti per nutrire anche la nostra parte psichica.

Ritengo che Hatha Vidya possa essere uno dei tanti modi che ci mette a disposizione lo Yoga, per riscoprire il mondo che vive dentro di noi.

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