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Dharana, concentrazione

Apr 20, 2016 | Hatha Vidya

di Mara Granelli

Cosa voglio trovare con lo YOGA?
Perché faccio Yoga?

Rispondendo alla domanda definiamo il nostro modo di fare Yoga e il nostro obiettivo da raggiungere, se miglioriamo noi stessi, miglioriamo le nostre relazioni con le persone e il nostro ambiente e siamo propulsori di benessere.

La mente e le sue distrazioni

Nel nostro quotidiano la mente è costantemente distratta, da suoni, rumori, preoccupazioni, intrattenuta costantemente da TV, iphone , ipad, video..

E quando la mente è distratta non c’è più memoria, sparisce ogni capacità di concentrarsi: sempre più i nostri bambini soffrono di disturbi legati all’incapacità appresa di memorizzare e concentrarsi.

Cosa c’entra questo con lo Yoga?

Quando assumo un asana, esprimo un’intenzione, faccio assumere al mio corpo una posizione (il più possibile comoda) e ci porto la mia attenzione, la mia concentrazione.

Per fare bene una cosa e pertanto, nel nostro caso per fare bene YOGA devo metterci: intenzione – consapevolezza – potenza.

Il nostro corpo ha bisogno di una costante presenza della mente, perché dove va la mente va il prana, e anche quest’ultimo dev’essere sempre governato dalla mente, in caso contrario diventa forza distruttiva.

Per portare la mente verso il corpo, nello Hatha Yoga usiamo lo STIRAMENTO:

stirare i muscoli per allungarli è l’azione più amata dal nostro corpo.

Lo stiramento mattutino è cosi piacevole perché porta il corpo dal rilassamento al rilasciamento: che è consapevolezza della propria forza muscolare senza lo sforzo dell’azione.

Lo stiramento lieve appartiene all’elemento ACQUA, al secondo CHAKRA, alla sede del piacere.

Infatti noi tutti facciamo gli Asana perché ci fanno star bene, ci danno benessere, piacere.

Quando faccio Yoga metto in ordine il mio mondo MENTE CORPO PRANA e riporto la mente alla sua funzione principale: entrare nel corpo attraverso il PRANA.

Cosa fa la mente quando eseguiamo un asana?

All’inizio è distratta dalla percezione del corpo, dalla novità, dalla difficoltà; poi nell’immobilità la mente crea uno schema per memorizzare la posizione e rimanerci con lo sforzo minore.

Questo schema ci permette di eseguire l’asana senza pensarci, quasi automaticamente: da un lato è positivo, perché il corpo sa cosa fare e posso usare la mente per passare a livelli successivi di difficoltà (ma solo se sto comoda come un re sul suo trono!).

Naturalmente il mio schema mentale deve essere usato con consapevolezza e concentrazione e non in modo meccanico, perché in questo caso si azzera la consapevolezza della mente.

Proprio per questo occorre lasciare il tempo di assimilare una posizione, il tempo di vederne gli effetti su una parte del corpo, altrimenti se ci sono troppe informazioni, la mente non riesce a costruire uno schema.

La pausa, dà il tempo alla mente di capire ciò che il corpo ha eseguito, dà il tempo di capire i cambiamenti del corpo, le sensazioni di calore, le differenze tra le zone che si sono attivate e quelle che sono rimaste ferme.

Molto spesso il valore di un asana si coglie quando si scioglie l’asana e si rimane in ascolto.

Valore simbolico degli asana

Un asana è una forma che faccio assumere al mio corpo.

Una forma in cui io sono il Re del mio corpo e comando su di lui, ci sto comoda, mi sento a mio agio.

La forma del corpo influenza la mia mente, crea anche un atteggiamento interiore particolare.

L’aspetto simbolico della forma è importantissimo e influisce sulla mia emotività e sugli stati psichici.

Infatti la nostra postura, il nostro modo di camminare, di sederci, di stare in piedi parla del nostro atteggiamento interiore, dei nostri blocchi emotivi e fisici.

Ecco perché non posso per esempio meditare in Savasana, porterei la mia consapevolezza a dormire ed invece, se la mia mente deve funzionare devo essere seduta sul mio trono!

Ci sono tante forme, tanti asana, proprio perché attivo diverse potenze, con le diverse forme che dò al mio corpo (infinite).

Così come ci sono tanti tipi di Yoga, perché fare Yoga è esprimere un’opinione e tutte le opinioni possono coesistere.

L’importante è chiedersi:

Cosa voglio trovare con lo YOGA?
Perché faccio Yoga?

Rispondendo alla domanda definiamo il nostro modo di fare Yoga e il nostro obiettivo da raggiungere, se miglioriamo noi stessi, miglioriamo le nostre relazioni con le persone e il nostro ambiente e siamo propulsori di benessere.

YOGA è BUON LEGAME

legare nel modo giusto, mi lego a qualcosa di bello con consapevolezza e in modo attivo.
HA TA
SOLE LUNA IO DIVENTO IL RE DEL LEGAME
PRANA MENTE

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