di Paola Cosolo Marangon
Chakravartin
Nelle varie metafore utilizzate dallo yoga quella del chakravartin mi intriga particolarmente. Il meccanismo che fa girare la ruota è, in effetti, quella volontà di poter disporre di se stessi senza essere trascinati dall’onda lunga di pensieri ed emozioni .
Colui che sa governare corpo e mente
Di più, mi pare interessante l’idea di poter “disporre” di sé stessi senza cedere alle facili chimere e alle sollecitazioni esterne.
Da appassionata dei testi sacri, colgo con emozione le novità che questo mondo orientale – a me ancora abbastanza ignoto – ha da offrirmi.
La qualifica di chakravartin – questo re dei re – se dovessimo “aggiornarla” la potremmo affiancare a Colui il quale sa pensare con la propria testa e sa governare il suo corpo/mente.
In questo senso la proposta mi affascina e mi consente di calare nel mio quotidiano una pratica che ha le sue ripercussioni sulla mia interiorità.
Riuscire a praticare comprendendo quello che si sta facendo, fa uscire da uno stato di sudditanza per elevarci a qualcosa di superiore.
Non vorrei essere fraintesa, non intendo superiore agli altri, ma superiore alle proposte che possono distogliere da una centratura.
Kinesiosfera e giusta distanza
Il mio percorso all’interno del mondo dello yoga è legato, come spesso mi è capitato di dire, non al desiderio di diventare insegnante (e nemmeno alla necessità di diventarlo, in questo sono fortunata perché ho un lavoro), bensì al desiderio di approfondire un’ ideologia che negli anni mi ero costruita e che percepivo come potenzialmente importante per me.
Affinando la pratica, entrando mano a mano dentro questo mondo, mi rendo conto che questo sta accadendo.
Noto dei cambiamenti dentro la mia vita e questo succede, non grazie a come viene inteso banalmente lo yoga (pratico da vent’anni), ma grazie alla consapevolezza che sto acquisendo in questa scuola, dove ho capito che Yoga E’ innanzitutto consapevolezza.
A questo proposito leggo le varie lezioni mettendole in relazione con la mia vita. Nella prima lezione di Hathavidyā sto approfondendo il significato di kinesiosfera.
Proprio nel mio lavoro il concetto di kinesiosfera è interessante, sposto l’attenzione anche sull’osservazione del corpo degli altri, sugli atteggiamenti collegati al loro stato emotivo e mentale.
Mi si è accesa la oramai consueta lampadina di fronte alla percezione di ostacoli che all’apparenza sono invisibili.
Forse – ed è una domanda che inizio a pormi – con la pratica sto cominciando un percorso di consapevolezza corporea fino a ieri impensabile.
Sto imparando a percepire il corpo e talvolta mi viene da sorridere e penso: dove sono stata fino a quattro anni fa? Solo dentro la mia testa?