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Asana: luogo di libertà e potenzialità espressiva

Giu 13, 2016 | Hatha Vidya

di Giovanna Tesio

Asana come forma esterna

L’approfondimento degli insegnamenti di hathavidyà apre nuovi scenari nella pratica yoga, offrendo strumenti tecnici che guidano ad un nuovo concetto di pratica e di esecuzione delle posizioni.

Lo yoga oggi

Oggigiorno, purtroppo lo yoga viene troppo spesso svilito a mera esibizione acrobatica o comunque ad una forma esterna, che poco si differenzia da una semplice ginnastica priva di contenuto profondo e di rapporto armonico tra mente e corpo.

Inevitabilmente una pratica solo finalizzata a forma esteriore porterà a una forzatura creando schemi distonici e non rispettosi della naturale o comunque reale costituzione di quel corpo causando danni sia fisiologici che mentali.

Asana come reintegrazione

Il nostro corpo spesso si muove scorrettamente e assume posture sbagliate a causa di schemi mentali cristallizzati nel tempo che lo condizionano nei suoi movimenti.

La finalità dello yoga è di andare a rompere questi schemi per crearne dei nuovi che portino beneficio fisiologico al corpo e ne migliorino l’utilizzo.

Ed ecco allora che l’asana diventa il campo d’azione in cui ciò avviene, lo kshetram in cui lo yogi guerriero si muove e si gioca le sue carte.

Perché una posizione sia ben eseguita, sono necessari alcuni elementi fondamentali, quali:

  • l’attivazione delle corrette catene posturali,
  • l’attenzione al corpo ed ai suoi limiti onde evitare danni e forzature,
  • la consapevolezza e quindi l’attenzione della mente che diventa collaboratrice e non antagonista.

Importante è poi la fase iniziale di costruzione dell’asana per quanto riguarda gli appoggi, la respirazione preparatoria, l’intenzione di portare potenza e regalità nella forma, il senso del peso del corpo per ottimizzarne i movimenti.

Durante il mantenimento si dovrebbe arrivare a una percezione globale del corpo utilizzando, laddove necessario, quegli strumenti che aiutano a prolungarne i tempi, quali le contrazioni e soprattutto il respiro come intermediario tra corpo e mente e filo conduttore dell’evento.

Effetti dell’asana al top

Un asana ben realizzata può trasformarsi in un magico eden dove lo yogi vive un’esperienza unica, ma non irripetibile, assurgendo a signore assoluto che gestisce il suo potere e realizza se stesso.

Ecco che allora una qualsiasi posizione si trasforma da forma a contenuto profondo, da semplice immagine a tempio sacro di meditazione, da causa di tortura per il corpo a fonte di piacere.

L’asana allora diventa luogo di libertà e di potenzialità espressiva, dove macrocosmo e microcosmo si Incontrano in una danza vitale che si traduce in eccitante felicità.

Per quanto riguarda il mio percorso personale posso dire che hathavidya mi permette di sperimentare una pratica yoga molto più appagante e stimolante e ogni volta che entro in un asana, magari eseguita innumerevoli volte, mi sembra di vedere sempre nuovi orizzonti e nuove possibilità.

E allora non sarà mai noia ripetitiva.

 

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