di Françoise Berlette, Caposcuola Fondatore della Scuola EFOA e dell’Insegnamento dello Yoga e Posturale
Yoga e Baricentro
Il segreto della percezione del baricentro nello Yoga, per bilanciare ed equilibrare le giuste forze negli asana.
Che cos’è il Baricentro
Il Baricentro del corpo si determina secondo l’intersezione di 3 piani di forza del nostro corpo.
In teoria, consideriamo per ora la determinazione del baricentro stando nella posizione naturale dell’uomo, cioè la posizione in piedi.
Dobbiamo innanzitutto dividere il corpo in due parti – inferiore e superiore – di peso uguale per determinare il piano trasversale. Si dovrebbe situare all’incirca all’altezza dell’ombelico.
Dividiamo poi il corpo nel piano sagittale per determinare due campi di peso uguale tra il lato destro e il lato sinistro del corpo.
Normalmente questa linea mediana dovrebbe dividere verticalmente a metà il corpo.
Infine dobbiamo determinare il piano frontale che divide il peso del corpo in parte anteriore e parte posteriore.
La localizzazione del piano frontale dovrebbe idealmente tagliare il corpo verticalmente a livello della testa al centro del foro delle orecchie, poi a metà del torace, sulla punta dei grandi trocanteri, a metà della cavità delle ginocchia e sulla punta dei malleoli esterni.
Il punto di intersezione di questi tre piani è il baricentro della posizione.
Il baricentro e le forze create dai bracci di leva
La determinazione del baricentro attraverso la suddivisione del peso delle diverse parti del corpo è valida, se si tratta della posizione in piedi o di una posizione nella quale la colonna è comunque verticale e le membra neutre.
In realtà la determinazione del peso non è corretta per valutare il baricentro; ce ne accorgiamo benissimo nel praticare le numerosi posizioni di Yoga che conosciamo.
Ad esempio stando in piedi se flettiamo il tronco diritto in avanti con le braccia in Bahini Mudra, spostiamo tutto il peso del tronco nella parte anteriore del piano frontale, cosi ché il baricentro si sposterà in avanti.
Saremo fortemente sbilanciati in avanti e solo intense contrazioni ci impediranno di cadere o meglio compensiamo spostando indietro il bacino.
Se invece appoggiamo le mani sulle gambe, il peso delle braccia viene come prima spostato nella parte anteriore del piano frontale, eppure ci rendiamo conto che le contrazioni necessarie al mantenimento della posizione sono minori.
Questo accade perché, in realtà, la determinazione del baricentro non è determinata soltanto dalla suddivisione dei pesi del corpo, ma conta anche dove sono collocati questi pesi.
Più sono distanti dalla centralità del corpo o comunque dal punto centrale d’azione del movimento, e più diventano “pesanti” e più forte diventa l’azione squilibrante che si esercita.
Ciò si spiega con la legge del braccio di leva, che posso sperimentare con questo esempio:
- prendo una striscia di carta e la appoggio sul sostegno esattamente al centro della sua lunghezza, in modo tale che i pesi siano uguali a destra e sinistra e che quindi la striscia di carta sia in equilibrio.
- Senza cambiare l’equanimità del peso da ogni lato del fulcro di appoggio ripiego un lato della striscia, questa penderà a favore del lato “lungo”.
La percezione del corpo che lo Yoga propone, grazie alle mille varianti delle posizioni, è un alleato prezioso; in effetti, ci permette di perfezionare la nostra conoscenza posturale che ogni dettaglio negli asana mette in evidenzia.