di Martina Notari
La mia prima lezione di yoga
Vi voglio raccontare la mia prima lezione di yoga.. Una bellissima esperienza che ho fatto ad annualità non ancora conclusa.
Una telefonata inaspettata
Il copione è sempre lo stesso…
Ad annualità non ancora terminata ecco che arriva la telefonata..
“Puoi farci una lezione di yoga?”
Si, certo, volentieri, rispondo.
Poi riattacco e penso: “e chi ha mai fatto una lezione di yoga?”
Mi fermo di nuovo a pensare: non ho ancora finito l’anno di Hatha Vidya, non ho neppure fatto il praticantato ai seminari estivi… non mi sento assolutamente pronta e in grado di fare una lezione di yoga ad un gruppo di persone!!
E allora perchè ho detto di si?
Non lo so. Ma c’è sempre qualcosa che mi fa pensare che in qualche modo ce la posso fare, me la posso cavare.
E che se mi è stata data un’opportunità, va sfruttata.
E’ successo allo stesso identico modo con la prima visita di iridologia.
Tanta paura, riluttanza a farla, ma poi… Ce l’ho fatta e tutto è andato bene, anzi, molto bene.
La prima visita è stata l’inizio di tante altre e tutte sono state piccole perle di felicità per me.
Sono convinta comunque, che sia l’effetto della scuola EFOA: è un modo di apprendere e imparare che ha qualcosa di magico.. Ti permette di cavartela sempre.. Anche dopo un solo anno di studi!
E non solo.. Non solo te la cavi, esci dall’impasse tutta intera e direi.. alla grande!
La mia sequenza
Ho preparato a casa la mia lezione di yoga.
Senza alcun criterio se non quello della volontà di fare cose semplici, ma che potessero dare alle persone sensazioni ed emozioni diverse dal solito yoga.
Perchè lo yoga dell’EFOA non è il SOLITO YOGA.
Ho pensato quindi di strutturare così la pratica:
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Una prima parte di esercizi di respirazione
Per allentare le tensioni e preparaci alle posizioni:
sospironi,
movimento veloce del respiro (inspirazione-espirazione),
movimento del collo
espirazione profonda
movimento del gatto.
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Una seconda parte di esercizi per percepire il corpo, a cui ho abbinato la segmentazione del movimento:
riposo in piedi
tadasana
ardhachandrasana
la squadra con il riposo nella posizione della rana.
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Una terza parte di poche asana:
il ponte con la fase dinamica e statica
sarvangasana
hala kriya (per massaggiare piacevolmente la colonna e sentire l’addome)
il cobra.
Infine Yoga Nidra, che ho pensato come parte finale di rilassamento e pesantezza del corpo.
Ho cercato di guidare le persone con semplicità, cercando di portare loro l’attenzione su alcuni punti del corpo, sul respiro, lasciando sempre il tempo, alla fine della pratica di assimilare la posizione e sentirne gli effetti.
Il risultato è stato davvero bello.
Sensazioni e percezioni degli allievi
Ho chiesto sensazioni e percezioni e ogni persona mi ha regalato, lo torno a dire, una piccola perla di felicità.
Perchè tutti mi hanno detto che nella semplicità di quei movimenti hanno percepito cose che non avevano mai percepito, hanno provato piacere, hanno sperimentato sensazioni diverse.
E questo era quello che volevo.
Per quanto mi riguarda mi sono assolutamente divertita.
Sono uscita dalla serata di lezione felice e sicuramente con un po’ di consapevolezza in più su cosa devo capire meglio, sentire meglio e su cosa voglio che sia il mio YOGA.